
La dolce guerra del Tiramisù

La dolce guerra del Tiramisù
Piace a tutti e per lui c’è sempre uno spazietto, anche dopo un lauto pasto.
L’Accademia della Crusca ha certificato che il suo nome è ormai ufficialmente presente a livello internazionale come “italianismo gastronomico” in ben 23 lingue diverse… è lui il Principe dei desserts!
Dov’è nato il Tiramisù?
Il tiramisù è un dolce piuttosto recente, ma a rivendicarne la paternità sono in molti; diverse infatti sono le leggende che ruotano intorno alla sua nascita: chi sostiene che venne ideato in Piemonte da un cuoco torinese per sostenere Camillo Benso conte di Cavour, mentre svolgeva la sua opera di riunificazione d’Italia; chi dice che venne inventato in Toscana, intorno al 1600, in occasione della visita di Cosimo III de’ Medici a Siena. Qui la corporazione dei celebri pasticcieri senesi avrebbe deciso di rendere omaggio al Granduca, realizzando per l’occasione un dolce che rispecchiasse la sua personalità: la “zuppa del duca”, un dolce goloso e importante, ma realizzato con ingredienti semplici. Anche il Friuli si fa sentire, sostenendo che il conteso dessert sarebbe stato inventato nell’albergo Roma, a Tolmezzo, dalla proprietaria Norma Pielli, che, nel 1951, decise di modificare il dessert di punta “Dolce Torino” di Pellegrino Artusi (a base di savoiardi, burro, cioccolata, rosso d’uovo, latte) sostituendo il mascarpone al burro ed inzuppando i savoiardi nel caffè amaro.
Che se ne dica, ad avere la meglio, finora, sembra sia stato il Veneto.
I più attribuiscono infatti la paternità del “tiramesù” alla città di Treviso dove, verso la fine degli anni 60, presso il ristorante “Alle Beccherie” il pasticciere Roberto Linguanotto detto “Loly” lo realizzò per la prima volta: il successo fu tale che in pochissimo tempo conquistò tutto il Veneto.
Perché si chiama Tiramisù?
La parola è di derivazione dal dialetto veneto “tirame- su” (poi italianizzata “tiramisù” per la sua veloce diffusione).
Secondo lo storico trevigiano Giorgio Fantin, l’attuale nome risalirebbe all’usanza di servire questo dolce come omaggio in alcune case chiuse della regione. Grazie infatti a quel connubio di ingredienti golosi e energizzanti veniva considerato una pietanza dalle proprietà rinvigorenti ed afrodisiache.
Ma allora… qual è la ricetta originale?
Ricetta “Alle beccherie di Treviso”.
La ricetta è tratta dal libro “La cucina Trevigiana di Giuseppe Maffioli”.
Ingredienti e dosi (per 6-8 persone):
3 hg di mascarpone
3 tuorli d’uovo
zucchero (1 cucchiaio e mezzo per tuorlo)
biscotti savoiardi
caffè espresso
cacao amaro in polvere
Preparazione:
Sbattere i tuorli d’uovo con lo zucchero. Unire il mascarpone ottenendo una crema morbida. Inzuppare i savoiardi con il caffè e disporli in uno strato. Ricoprire lo strato di biscotti con la crema e ripetere l’operazione terminando con uno strato di crema. Cospargere infine con cacao amaro e porre in frigorifero per alcune ore prima di servirlo freddo.
Esistono tantissime varianti del tiramisù, dalle ricette meno caloriche a quelle per intolleranti, dalle varianti fruttate per l’estate, a quelle che sostituiscono i pavesini ai savoiardi… ma una chicca, oggi, ve la diamo noi: nel tiramisù di Brotto sono presenti due ingredienti che non si trovano nella ricetta classica; Michele, il nostro pasticcere, inserisce nella crema al mascarpone una percentuale di crema pasticciera ed un goccio di marsala; a questo punto, se ognuno dice la sua su questo dolce tanto conteso, sul nostro attendiamo la vostra!
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